martedì 31 gennaio 2017

La casa delle bambole

In quasi tutti i casi, eventi come il matrimonio, il trasferirsi in una nuova casa e la decisione di formare una famiglia coincidono con un cambio significativo di vita ma in altri casi, questi eventi, sono l'inizio di un incubo.
Proprio questo successe a Chris e Angela, una giovane coppia sposata solo da pochi mesi quando decisero di trasferirsi in periferia per poter cominciare la loro nuova vita insieme.
Come loro nuova dimora avevano scelto una piccola e tranquilla città del sud, l'ideale per creare una famiglia. Chris fermò l'automobile davanti al vialetto di casa: una graziosa villetta a due piani circondata da candido tappeto verde e profumato. Quella casa aveva stregato entrambi già alla prima visita: dall'esterno la casa sembrava praticamente nuova e molto curata ma l'interno era addirittura meglio, tutto era pulito e splendente, le stanze erano ampie e i mobili erano sapientemente e perfettamente piazzati nei punti giusti. Al piano terra c'erano la cucina, un bagno, il salotto e un piccolo sgabuzzino mentre al primo piano c'erano due camere da letto, un altro bagno e uno studio.
Oltre all'aspetto estremamente accogliente della casa, la giovane coppia fu attratta anche dal prezzo clamorosamente basso per una villetta di quelle dimensioni e bellezza. Giustamente pensarono ad un affare da non poter assolutamente perdere.
Uscirono dall'auto e furono investiti da una leggera e piacevole brezza fresca, la loro nuova vita si trovava ad una ventina di metri da loro. Entrarono in casa lentamente, senza riuscire a proferire parola, l'eccitazione li aveva sopraffatti.
Quella notte, sul loro nuovo letto, i due freschi sposini scaricano settimane di emozioni contrastanti e stress ignari che al piano terra una luce fioca illuminò pallidamente il salotto e così come si accese altrettanto velocemente si spense.
I due giorni successivi furono caotici per Chris e Angela: tra il lavoro e il riordinare gli accessori ancora imballati negli scatoloni i due ebbero ben poco tempo da dedicarsi e da dedicare al godersi la loro nuova vita. Tuttavia, le cose cambiarono velocemente da lì a qualche giorno.
Durante la notte, qualcosa, una flebile risata di bambina svegliò Angela. Inizialmente non capì perché si fosse svegliata; la casa dormiva con loro, dall'esterno non proveniva alcun rumore, nemmeno l'abbaiare di un cane, eppure qualcosa la svegliò. Decise allora di scendere in cucina a bere un bicchiere d'acqua fresca. Si accorse che il sonno stava tornando prepotentemente quando una strana luce nel salotto attirò la sua attenzione facendola sobbalzare, il bicchiere pieno d'acqua cadde a terra frantumandosi in mille piccoli e appuntiti pezzi. Velocemente li spostò in un angolo per non rischiare di ferirsi, alzò di nuovo lo sguardo verso il salotto che ora era immerso di nuovo nell'oscurità della notte. Cautamente Angela si avvicinò per controllare, una forte folata di vento fece tremare la finestra del salotto immobilizzando la giovane donna che per qualche istante rimase ferma indecisa sul da farsi. La curiosità le fece ritrovare un po' di coraggio e riprese ad avanzare ma quando fu ormai a pochi passi dalla sorgente di luce fu interrotta dalla voce di Chris.
“Angela, ma che stai facendo?”.
“Niente, sono scesa a bere un bicchiere d'acqua ma l'ho fatto cadere e si è rotto”.
Chris si voltò e vide i frammenti ammucchiati nell'angolo.
“Non ti preoccupare per quello, torna a dormire, ci penseremo domani”.
“Si, ora arrivo”.
Chris tornò al piano superiore facendo scricchiolare il legno della scala.
Angela restò ancora qualche istante ferma sempre più convinta che quella luce fosse il frutto del sonno interrotto. Tornò di sopra, sul letto, accanto a Chris.
Nonostante lo strano evento quella notte Angela dormì così tranquillamente che la mattina non ricordò neanche di aver vissuto quell'esperienza e non disse nulla a Chris.
I giorni successivi passarono tranquilli, la coppia finalmente riuscì a ordinare la casa come volevano e trovarono più tempo da passare insieme. Tuttavia, ogni notte, Angela si svegliava come fosse sonnambula, scendeva al piano terra e rimaneva fissa in salotto a fissare quella strana ed opaca luce, poi, come se nulla fosse successo, ritornava di sopra, sul letto accanto al marito ignaro.
Lentamente si rese conto di quello che faceva ma non volle dire niente, quella luce era come un gioiello prezioso che non voleva condividere con nessuno.
Piano piano però, questi eventi quotidiani, cominciarono a cambiare Angela: divenne più scontrosa, più schiva e di poche parole; Chris si accorse di questo sensibile cambiamento ma non ne diede troppo peso.

Chris uscì presto da casa come faceva ogni mattina. Prendeva sempre l'autobus che a quell'ora era praticamente deserto e in quell'ora scarsa di viaggio poteva organizzare bene il programma del giorno lavorativo e pensare anche ad altro: ultimamente nei suoi pensieri c'era Angela ma quando pensava a lei non gli usciva quel sorrisetto malizioso che gli veniva le prime settimane, ora era preoccupato. Angela sembrava più distante e non riusciva a capire il perché. Decise di parlarle quello stesso giorno.
Tornò a casa prima di cena, appoggiò la borsa sul tavolo del salotto e si diresse in cucina dove trovò la giovane moglie intenta a cucinare.
“Ciao amore”.
“Ciao”.
“Come stai oggi?”.
“Sto bene”.
“Cosa stai cucinando? Ha davvero un buonissimo profumo”.
“Sto facendo il pollo”.
“Tesoro, sei sicura di sentirti bene? Ultimamente mi sei sembrata distante”.
“Sto benissimo, non ti preoccupare”.
Chris lasciò la stanza sempre più convinto che ci fosse qualcosa che non andasse. Il tentativo di Angela di rassicurarlo non aveva fatto altro che aumentare la sua preoccupazione.
Quella notte Chris non riuscì a dormire come al solito, il pensiero fisso che aveva in mente non lo lasciava solo un istante. D'un tratto sentì movimento nel letto e vide Angela alzarsi. Fu sul punto di chiamarla ma decise di lasciarla andare, pensò che probabilmente andasse a prendere un bicchiere d'acqua. Tuttavia il tempo passava e lei non tornava. Si alzò e scese le scale e la trovò immobile in salotto a fissare un punto della parete. Guardò anche lui cercando il motivo per cui Angela fosse in quello stato ma non vide assolutamente niente. La stanza era nell'oscurità totale e non si sentiva il minimo rumore. Angela si voltò e tornò in camera da letto senza degnare di uno sguardo il marito che, al contrario, la guardò stupefatto senza riuscire a dire una parola. Si avvicinò ulteriormente al salotto ma ancora una volta non vide nulla di insolito. Tornò al piano di sopra e sul letto c'era Angela che dormiva tranquilla.
Il giorno dopo, durante il viaggio verso il luogo di lavoro con l'autobus, decise che avrebbe indagato e scoperto perché sua moglie si alzava nel cuore della notte a fissare un punto indefinito del salotto. Prese in considerazione l'eventualità che Angela fosse diventata sonnambula: nei sei anni di fidanzamento non aveva mai notato un simile comportamento; l'unica spiegazione plausibile era che il trasloco l'avesse stressata a tal punto da fare quello che faceva.
Quella sera i due si misero a dormire come ogni notte ma Chris non riuscì a chiudere occhio eccitato e impaziente com'era. Ad ogni piccolo movimento di Angela il cuore gli batteva così forte che temeva che se ne accorgesse. Finalmente, quasi alle 3 di mattina, Angela si alzò dal letto senza emettere un fiato, senza fare alcun rumore come se nemmeno respirasse, i suoi passi sul pavimento erano appena percettibili: era come se un fantasma girasse per la casa senza meta. Chris, con il cuore in gola, si alzò qualche secondo dopo e cercando di fare meno rumore possibile scese le scale e trovò Angela immobile che fissava l'oscurità. Fece qualche passo in avanti verso di lei ma qualcosa gli gelò il sangue nelle vene, smise di respirare non credendo a ciò che stava accadendo: Angela stava parlando. O meglio, stava sussurrando qualcosa con una voce flebile ma agghiacciante. Chris trovò il coraggio di avvicinarsi e sentì il soliloquio:
“No, non posso. Non puoi chiedermi questo. Non lo farò”.
Qualche attimo di pausa e poi:
“Hai ragione, sarà fatto”.
Angela si voltò e con occhi di ghiaccio e lo sguardo assente tornò in camera da letto.
Chris però non riuscì a seguirla. Rimase immobile a guardarsi intorno, poi decise: accese la luce del salotto e si diresse sicuro verso la parete su cui si poggiava il divano. Cominciò ad esaminarla con attenzione cercando un qualche indizio o qualcosa di strano e in effetti di strano qualcosa c'era. Passando una mano lungo la parete sentì un piccolissimo scalino, come una fessura che partiva dal pavimento fino a metà dell'altezza della parete. Seguendo lo scalino scoprì che la fessura formava una sagoma rettangolare, come una piccola porta. Tuttavia, non c'era alcuna maniglia o serratura.
Il lavoro di Chris fu interrotto da dei passi provenienti dal piano di sopra che scendevano le scale.
“Chris, ma che stai facendo qui a quest'ora?”.
“Niente tesoro, non riuscivo a dormire e sono sceso”.
“Dai amore, ci penso io a farti addormentare”.
Angela sembrava tornata quella di prima, la sua voce era squillante nonostante fosse assonnata e Chris si sentì molto meglio, tuttavia, mentre tornava di sopra accompagnato dalla donna, volse la testa e per un'ultima volta guardò la parete e ciò che aveva scoperto. L'indomani sarebbe tornato.
Quella notte l'ansia non gli permise di chiudere occhio, troppa era l'eccitazione e la preoccupazione per ciò che aveva visto. Durante le interminabili ore notturne regnava il silenzio assoluto ma per Chris anche il silenzio sembrava bisbigliare qualcosa con una voce tutt'altro che rassicurante. Il vento freddo che soffiava scuotendo le chiome degli alberi sembrava urlare parole d'odio.
L'alba fu accolta come il risveglio da un terribile incubo. Come ogni mattina andò al lavoro.
Angela si svegliò un paio d'ore più tardi con un leggero mal di testa, come un fischio continuo e assordante. Scese le scale rischiando più volte di cadere, entrò in salotto e lì si fermò, immobile.
Diverse ore più tardi Chris rientrò in casa. Angela sembrava non esserci. Dalla cucina non arrivava il solito odore della cena, era tutto in ordine. Chris chiamò la moglie ma non ottenne risposta; non si allarmò visto che aveva l'occasione che stava aspettando. Entrò in salotto e si avvicinò alla parete. Non aveva niente di strano vista da qualche metro di distanza ma era evidente che, dopo un'analisi approfondita, ci fosse qualcosa di strano. Come aveva già stabilito la notte prima, lì c'era nascosta una porta. Non riuscendola ad aprire con le buone si armò di un martello che usò per aprire un buco, poi lo allargò finché la struttura non fu abbastanza debole da poterla distruggere con le mani.
Oltre la parete distrutta c'era il buio più totale: l'aria era pesante e dava la nausea. Chris fece qualche titubante passo in avanti e fu colpito in testa da qualcosa di non molto grande. Si rese conto che era una sottile catena che serviva per accendere una lampadina appesa al soffitto.
Quando la luce illuminò il piccolo ambiente, Chris fece fatica a credere ai propri occhi: la stanza era piccolissima, probabilmente era un altro ripostiglio ma questo non era vuoto: su delle mensole di legno di cui molto marce e cadenti, se ne stavano sedute tante bambole. Con vestiti di tutti i tipi, strani e colorati, erano tutte coperte di sporcizia e sostanze strane. In particolare, delle macchie quasi nere attirarono l'attenzione di Chris: alcune bambole avevano le mani sporche di questa sostanza. L'uomo non fece in tempo ad avvicinarsi ulteriormente che un trambusto proveniente dalle scale lo scosse; uscì dalla piccola stanza e si trovò davanti un'altra visione terrificante: Angela era all'entrata del salotto con un vestito bianco che Chris non aveva mai visto, l'abito era sporco di macchie rosse e nere, aveva i capelli sporchi come se non se li lavasse da settimane, i piedi scalzi erano anch'essi sporchi probabilmente di terra ma quello che spaventò davvero Chris erano le braccia: il sangue scorreva veloce dai polsi, passava sulle mani e cadeva a terra formando due sempre più grandi pozze rosse.
“Angela...”.
La sua giovane moglie alzò gli occhi pieni di lacrime che trasmettevano un senso di impotenza e di terrore. Un istante dopo la vita l'abbandonò di colpo e il corpo cadde a terra con un tonfo sordo.
Chris si avvicinò incredulo finché non sentì una risata alle sue spalle, si voltò lentamente e notò che dalle mani di una delle bambole scorreva un liquido rosso e denso. Sangue. Anche se non riuscì a trovare una spiegazione logica Chris si gettò contro le bambole ma una volta entrato nella piccola stanza la luce della lampadina si spense e contemporaneamente la casa piombò nel silenzio più assoluto.

Tre giorni dopo la polizia sfondò la porta della casa: una vicina li aveva chiamati dopo aver sentito per un paio di giorni rumori strani, grida e cose che si rompevano. Al piano terra gli agenti non trovarono niente di strano, tutto era in ordine; entrarono in salotto ma anche qui non trovarono niente, la parete era di nuovo integra. Salirono al primo piano, aprirono la porta della camera da letto e il corpo senza vita di Chris cadde da un lato, probabilmente era appoggiato al muro. Il suo viso era ricoperto di rivoli di sangue raggrumato che fuoriusciva dagli orifizi del volto. Il corpo di Angela invece era sdraiato sul letto, come se stesse dormendo profondamente; indossava uno strano vestito bianco zuppo di sangue.

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